FIRENZE – La città di Vinci si prepara a commemorare un capitolo doloroso della sua storia. Domenica 9 marzo 2025, in occasione dell’81° anniversario della deportazione dei suoi cittadini nei campi di sterminio nazisti, si terrà una cerimonia in loro memoria.
Le autorità, insieme alla cittadinanza, si riuniranno alle 10:30 presso il cippo commemorativo di Largo Aldo Moro, dove verranno ricordati Spartaco Fedi, Renzo Gemignani, Gino Giacomelli, Vinicio Lorenzini e Angelo Masi, i cinque concittadini arrestati l’8 marzo 1944 e deportati senza mai fare ritorno. Accanto a loro, saranno commemorati anche tre giovani livornesi: Bruno e Francesco Domenichini e Piero Bastiani. Una corona d’alloro verrà deposta in loro onore.
Alle 10:45, il corteo si sposterà in Piazza Leonardo da Vinci, di fronte al palazzo comunale, per un momento di raccoglimento davanti alle pietre d’inciampo, simbolo di memoria e monito per le generazioni future.
Alle 11:00, presso la chiesa di Santa Croce in Vinci, sarà celebrata una messa in suffragio per i cittadini deportati.
Le storie dei deportati vinciani
Spartaco Fedi perse la vita nel campo di Ebensee a causa di maltrattamenti e denutrizione. Renzo Gemignani morì nel campo di Schneider (Mauthausen), probabilmente nel 1945, lasciando come unica traccia il suo numero di matricola. Gino Giacomelli fu deportato a Mauthausen, poi trasferito a Ebensee, dove morì il 15 maggio 1945 a 41 anni. Anche Angelo Masi subì lo stesso destino: deportato a Mauthausen e inviato a Ebensee, morì pochi mesi dopo, all’età di 47 anni. Vinicio Lorenzini, giovane studente di ingegneria, morì a Mauthausen pochi mesi dopo l’arresto. La sua tragica fine spinse il sindaco dell’epoca a chiedere per lui la laurea ad honorem, conferita dall’Università di Firenze nel 1945.
Il valore della memoria
“È importante commemorare la deportazione dei cittadini di Vinci – sottolinea il sindaco Daniele Vanni -, ma allo stesso tempo dobbiamo portare avanti azioni di memoria attiva ogni giorno. Non dobbiamo dimenticare a cosa possono portare l’odio e il desiderio di sopraffazione, soprattutto oggi, di fronte agli scenari internazionali attuali. La memoria deve essere un ponte verso il futuro, per trasmettere alle nuove generazioni il valore della democrazia e della pace”.
Sulla stessa linea l’intervento di Mila Chini, assessora ai progetti di valorizzazione storica e democratica: “La nostra città ha vissuto il dramma della deportazione. Dalla tragicità di quei momenti è nata un’Europa libera e democratica. Oggi è fondamentale ribadire il rifiuto della guerra, la condanna di ogni regime dittatoriale e del nazifascismo. I principi che hanno contribuito alla costruzione della libertà e della democrazia nel dopoguerra vanno difesi con ancora maggiore attenzione nel contesto internazionale attuale”.
L’appuntamento del 9 marzo sarà dunque un’occasione non solo per ricordare le vittime della deportazione, ma anche per riaffermare con forza i valori della memoria, della libertà e della democrazia.
Fonte: Comune di Vinci
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