SIRACUSA – Riscoprire il territorio attraverso il gusto e la memoria: è questa la missione alla base dei due convegni organizzati a Lentini da Slow Food, in collaborazione con il Comune e con il contributo dell’Assessorato regionale dell’agricoltura. L’iniziativa, intitolata “Lentini e i suoi sapori”, si inserisce in una più ampia rassegna di eventi tra showcooking, laboratori e spettacoli, puntando i riflettori su due simboli profondi dell’identità locale: la viticoltura e il pane di Lentini.
Due giorni tra storia, cultura e gusto
Il primo appuntamento è per venerdì 31 maggio alle ore 18 presso il Circolo Alaimo, con il convegno “Radici antiche: vitigni e viti antiche di Lentini”. Si parlerà del valore storico della vite nella zona e delle sue potenzialità future, con la partecipazione della storica Rosa Savarino, della giornalista Gianna Bozzali, dello chef Massimiliano Romano e del sommelier Francesco Carbone. Non mancherà una degustazione guidata di vini legati ai vitigni autoctoni e alla narrazione del territorio.
“La storia vitivinicola di Lentini è ancora poco raccontata – spiega Alessandro Lieto, presidente di Slow Food Lentini – ma abbiamo recuperato dati e testimonianze che meritano di essere conosciute. Il nostro obiettivo è avviare un percorso che coniughi qualità, sostenibilità e identità.”
Il pane di Lentini tra tradizione e futuro
Il secondo incontro è previsto per sabato 1° giugno, sempre alle ore 18, ancora al Circolo Alaimo, con il convegno “Il pane di Lentini: tradizione, innovazione e comunicazione”. Interverranno il tecnologo alimentare Renzo Turco, il panificatore Gabriele Oliveri, l’esperto di marketing Paolo Abbandonato e i fondatori di Freeeze Studio, Tony Baccaro e Marco Naso.
Il pane non solo come prodotto tipico, ma come elemento identitario, simbolo culturale e possibile motore di sviluppo. Un’eccellenza riconosciuta che può diventare un marchio distintivo per l’intera comunità.
“Sostenere iniziative come queste – ha dichiarato il sindaco di Lentini Rosario Lo Faro – significa valorizzare le nostre radici e trasformarle in occasione di crescita e consapevolezza.”
Fonte: Slow Food
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