CAMPOBASSO – La ristorazione italiana saluta una delle sue voci più autentiche: Colombo “Bobo” Vincenzi, chef e patron del RiBo di Guglionesi, è scomparso dopo una vita dedicata alla valorizzazione della tradizione molisana.
Un romagnolo innamorato del Molise
Riminese di nascita, Vincenzi approda a contrada Malacoste nei primi anni Novanta e fa subito propria la cultura gastronomica locale. Nei suoi piatti convivono la ventricina artigianale, i formaggi dei colli tra Termoli e Montenero di Bisaccia e il pesce dell’Adriatico, acquistato personalmente ogni mattina al mercato.
Il locale e la filosofia RiBo
Il RiBo – gestito con la moglie Rita in sala – rimane fedele a un’estetica spartana e familiare. Otto villette‑albergo essenziali accolgono gli ospiti, mentre la casetta rustica del ristorante propone classici come canocchie al panno, taccozzi ai crostacei, zuppa di pesce e l’agnello alla molisana. Prezzi trasparenti, ingredienti del territorio e un servizio schietto hanno trasformato l’insegna in tappa obbligata per gourmet e critici.
Il riconoscimento della critica
Già nel 2001 e poi nel 2018 Edoardo Raspelli ne celebrò la costanza qualitativa sulle pagine de La Stampa, assegnandogli un solido 14,5/20. L’attenzione per i dettagli – dal pane casereccio alla selezione di vini regionali – ha contribuito a far conoscere il Molise gastronomico ben oltre i suoi confini.
L’eredità di Bobo
Con la scomparsa di Vincenzi, il Molise perde un ambasciatore appassionato. Resta però una lezione di identità, territorio e coraggio imprenditoriale: fare grande cucina non significa rincorrere mode, ma raccontare ogni giorno la propria terra.
Fonte: Edoardo Raspelli
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