MILANO – Sessant’anni e non sentirli. L’Associazione Italiana Sommelier (AIS), fondata il 7 luglio 1965 da Jean Valenti, è oggi una realtà di riferimento nel panorama enologico italiano con 45.000 soci, partendo dai soli 500 del 1970. Un traguardo importante che verrà celebrato nel 2025 con una serie di eventi lungo tutta la penisola, a partire da Milano, la culla dell’associazione.
Una crescita fondata su passione e indipendenza, che ha contribuito a trasformare il mondo del vino italiano. Un mondo profondamente diverso rispetto a sessant’anni fa: basti pensare che negli anni Settanta il consumo annuo pro capite si aggirava sui 130 litri (coinvolgendo anche i bambini), mentre oggi è sceso a circa 30.
A ripercorrere questa lunga strada è Edoardo Raspelli, uno dei padri della critica gastronomica italiana, che ha vissuto da vicino la nascita e lo sviluppo dell’AIS. Raspelli racconta di come, agli inizi degli anni ’70, seguiva da cronista le fiere del vino, come il BIBE di Genova e i primi passi del Vinitaly di Verona. Fu proprio in quegli anni che, per volontà di Cesare Lanza, nacque la sua attività critica: andava a comprare vini da testare con enotecnici e sommelier, dando vita alla celebre “Schif Parade”, che provocò anche dimissioni clamorose.
Una generazione di pionieri, da Franco Tommaso Marchi a Dino Pozzi, da Franco Colombani a Eddy Furlan, Giuseppe Vaccarini e Antonello Maietta. Tutti nomi legati alla storia dell’AIS e a quella di Raspelli, che tra degustazioni e cronaca nera trovava il tempo per raccontare il vino italiano con rigore e passione.
Non manca, nei suoi ricordi, l’evoluzione della comunicazione enologica, dalle riviste come Civiltà del Bere di Pino Khail ai nuovi linguaggi, che oggi – a suo dire – rischiano di diventare eccessivi e autoreferenziali. Lo dimostra ironicamente in un passaggio dedicato alla deriva narrativa del servizio al ristorante: descrizioni ridondanti, metafore azzardate e un’attenzione forse eccessiva al superfluo.
Il percorso dell’AIS, secondo Raspelli, è fatto di uomini, idee e vino. Ed è proprio il vino a restare al centro di una storia che parla d’Italia, di cultura, di trasformazione. Oggi più che mai, l’AIS rappresenta un baluardo di autorevolezza in un mondo dove la conoscenza deve ancora saper distinguere la sostanza dalla forma.
Fonte: Edoardo Raspelli
Lascia un commento