CUNEO – Una fiaba antica dai contenuti sorprendentemente attuali: questo è Il testamento dell’ortolano, monologo teatrale portato in scena da Massimo Barbero su testo di Antonio Catalano, con la regia di Patrizia Camatel. Lo spettacolo, firmato Teatro degli Acerbi, racconta il passaggio di testimone tra tre generazioni di ortolani, in un intreccio di realtà e immaginazione che diventa riflessione sul rapporto dell’uomo con la natura.
Una storia tra orto e poesia
Protagonista è l’ortolano Adelmo, che ha dedicato la vita alla sua terra. Giunto alla vecchiaia, si interroga sul futuro dell’orto che lascerà al figlio Michele. Ciò che appare come un’eredità gravosa si rivela presto un dono: uno spazio vivo, popolato di creature e ricordi, in grado di insegnare amore, resilienza e cura per il pianeta.
L’orto diventa metafora di legame familiare, ma anche di responsabilità collettiva: un luogo dove la terra cura l’anima oltre che il corpo, e dove l’uomo scopre la propria appartenenza a una comunità naturale millenaria.
Il tour di settembre
Dopo oltre ottanta repliche in tutta Italia, a settembre lo spettacolo torna con un nuovo tour:
- 3 settembre – Santa Margherita Ligure (GE), Villa Durazzo – Festival Tigullio a Teatro
- 7 settembre – Montaldo Roero (CN), Bosco Fatato – Festival Profondo Umano
- 12 settembre – Milano, Parco di Porto di mare – evento Il cielo sopra Milano
- 14 settembre – Villar Focchiardo (TO), Cascina Roland – Festival Borgate dal Vivo
Una fiaba moderna
Con atmosfere da antico cunto, ma personaggi in Lambretta e peperoni che esplodono come fuochi d’artificio, Il testamento dell’ortolano mescola ironia, poesia e filosofia popolare. Un racconto che invita a riscoprire la terra come bene comune e come specchio dell’esistenza umana.
Fonte: Teatro degli Acerbi
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